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Organizzatore e oratore per l’Industrial Workers of the World – storicamente, il sindacato più radicalmente inclusivo d’America – Ben Fletcher è stato un eroe della classe lavoratrice dei suoi tempi.
Benjamin Harrison Fletcher si colloca sicuramente tra le persone afroamericane dell’inizio del XX secolo più importanti, nonché tra i primi sindacalisti e radicali neri di tutta la storia degli Stati Uniti. Nonostante il razzismo dilagante, l’anti-sindacalismo e la xenofobia di quell’epoca, Fletcher ha contribuito a guidare un sindacato pionieristico che probabilmente era l’organizzazione (non semplicemente sindacale) più diversificata e integrata del suo tempo. Insieme a migliaia di suoi colleghi portuali di Filadelfia, ha contribuito a fondare e guidare la sezione “Local 8” dell’IWW. Eppure, oggi Fletcher è conosciuto solo a chi fa ricerca sulla lotta afroamericana e la storia radicale americana.
Fletcher nasce e cresce a Filadelfia, allora la terza città più grande del paese, alla fine degli anni 1880. I suoi genitori avevano scelto Filadelfia per sfuggire agli orrori razzisti del Sud. I quartieri popolari del sud di Filadelfia erano abitati da persone provenienti da tutta Europa, oltre che a famiglie afroamericane. Insieme a Chicago, Pittsburgh e altre città industriali, Filadelfia aveva reso gli Stati Uniti la più grande potenza industriale del mondo. Fletcher era uno delle tante migliaia di giovani uomini che si facevano uno o due chilometri a piedi ogni giorno fino al lungofiume del Delaware in cerca di una giornata di lavoro per mantenere se stessi e le loro famiglie. Lo scarico di grandi quantità di carbone, ferro, cotone, zucchero e altre materie prime e il carico di tutti i tipi di manufatti – tutto, dagli attaccapanni ai motori delle locomotive – significava lavori da spaccarti la schiena, pericolosi e mal pagati per uomini disperati dalla schiena forte.
I lavoratori portuali di Filadelfia, come nella maggior parte delle altre città portuali, erano orribilmente sfruttati dai potenti datori di lavoro dell’industria marittima globale. La maggior parte dei portuali viveva in povertà. Ancora peggio, ogni singolo giorno che camminavano su una banchina o su una nave, rischiavano di essere uccisi perché il loro mestiere era tra i più pericolosi. Ciò di cui questi lavoratori avevano bisogno – e che molti, incluso Fletcher, avevano capito – era un sindacato che li rappresentasse. Tuttavia, la loro stessa diversità era un potenziale ostacolo. Nel 1913, quando Fletcher aiutò a organizzare la sezione Local 8, i lavoratori del lungomare di Filadelfia erano per circa un terzo afroamericani, un terzo irlandesi e irlandesi americani e un terzo immigrati da altri paesi europei. Tuttavia, nell’America di inizio secolo, la maggior parte dei sindacati escludeva i lavoratori asiatici, neri e latini a causa del razzismo dilagante e della xenofobia.
Al contrario, il rivoluzionario IWW reclutava attivamente persone di altre etnie e colore, in linea con la loro enfasi sulla solidarietà di classe. WEB du Bois, cofondatore della National Association for the Advancement of Colored People ed editore del suo influente mensile, scrisse: “Noi rispettiamo [l’IWW] come uno dei movimenti sociali e politici dei tempi moderni che non traccia alcuna linea di colore”. Naturalmente, fu la Local 8, guidata da Fletcher, a trasformare la visione antirazzista dei Wobblies in realtà. Fletcher e un gruppo di uomini cosiddetti “non qualificati” della classe operaia nera e bianca, nativi e immigrati, riuscirono a realizzare ciò che la maggior parte delle istituzioni americane non ha ancora raggiunto nel 2021: uguaglianza e integrazione.
Fletcher oratore e organizzatore per l’IWW
Fletcher era ampiamente considerato come un potente oratore. Una lettera sul suo tour di conferenze negli anni ’20 riporta che “in diverse riunioni circa quindicimila persone hanno ascoltato, incantate…” e che lui “in toni tonanti e con un suono così chiaro sposa così abilmente la causa della lotta sindacale”. In un’altra lettera, un funzionario dell’AFL dice che Fletcher è stato “l’unico che abbia mai sentito tagliare fino all’osso le pretese capitaliste di essere una classe dirigente eterna, usando delle tesi concrete e costruttive per la classe lavoratrice”. Non si sa per certo quando Fletcher si unisce all’IWW, probabilmente nel 1910 o 1911. Sappiamo, però, che nel 1912, a 22 anni, Fletcher è già un importante organizzatore e oratore locale. L’IWW operava a Filadelfia da anni; la prima sezione – di lavoratori metallurgici immigrati ungheresi – era stata fondata nel 1907.
Di seguito un breve resoconto di un suo discorso tenuto a Chester, cittadina vicina a Filadelfia, e pubblicato sulla rivista Solidarity, una delle due principali pubblicazioni in lingua inglese dell’IWW negli Stati Uniti. In un’epoca in cui non c’erano ancora la radio, la televisione, i telefoni cellulari o internet, il modo più efficiente per raggiungere la gente era letteralmente salire in piedi su una “scatola di sapone” all’angolo di una strada trafficata e parlare alla gente.
Stiamo spingendo l’opera di propaganda in giro per la città. Abbiamo organizzato un incontro all’angolo tra la Terza e Edgemont Street a Chester, sabato 20 luglio, con Benjamin H Fletcher come oratore principale. Il compagno Fletcher è l’unico oratore di colore che abbiamo qui, e certamente sa come ottenere risultati. La folla era molto attenta a tutto ciò che aveva da dire riguardo alla lotta di classe. Abbiamo venduto varie copie di Solidarity e molta letteratura. I lavoratori neri sono molto interessati all’IWW, e credo che avremo una sede locale a Chester nel prossimo futuro, dato che c’è un gruppo di lavoratori di colore ansiosi di essere nell’unico grande sindacato. (Howard Marston, Solidarity, 22 luglio 1912)
Un altro affascinante articolo della rivista nera socialista The Messenger riferisce di una riunione della sezione Local 8 in cui sia i lavoratori neri che quelli bianchi rifiutarono l’idea di formare sezioni sindacali separate:
"È interessante notare, a questo proposito, che i lavoratori bianchi erano altrettanto arrabbiati di quelli neri nel condannare questa idea di segregazione. In tutta la sala si sentivano mormorii: "Che io sia dannato se sopporterò che qualcuno divida questa organizzazione", "Sono i capi che cercano di dividerci", "Siamo stati insieme a lungo e lo saremo ancora".
Un articolo di Fletcher implorava i sindacati di organizzare i lavoratori neri: “Nessun tentativo genuino da parte del lavoro organizzato di strappare concessioni valide e durature alla classe padronale può avere successo finché il lavoro organizzato è per la maggior parte indifferente e in opposizione al destino del lavoro nero”. Ha anche insistito a lungo che i lavoratori neri si organizzassero con i bianchi e non formassero i loro propri sindacati segregati.
Fletcher quasi linciato a Norfolk e “entrato” in prigione
Questa è l’unica intervista conosciuta di Fletcher ed è davvero straordinaria. Rivela molto su Fletcher, incluso il suo incrollabile impegno con l’IWW e, più in generale, il suo impegno continuo per un sindacalismo industriale rivoluzionario – anche di fronte a un potenziale linciaggio! Mentre l’intervistatore è sconosciuto, l’Amsterdam News è un giornale settimanale fondato nel 1909 e rivolto alla comunità nera di New York City. Tra i più vecchi giornali neri ancora attivi negli Stati Uniti, prende il nome da Amsterdam Avenue, una strada importante di Harlem. Il giornale è stato a lungo una voce per l’uguaglianza dei diritti e nientemeno che Malcolm X vi ha scritto una rubrica. La sua forza lavoro si è sindacalizzata nel 1936 e rimane tale.
Stavo preparando gli scaricatori di porto di Baltimora per uno sciopero nel 1917 per salari più alti, orari più brevi e migliori condizioni di lavoro, quando ricevetti istruzioni dal quartier generale di recarmi a Norfolk, dove i lavoratori portuali stavano diventando irrequieti e chiedevano che fosse inviato loro un organizzatore.
Trovai gli gli uomini interessati ed entusiasti per un sindacato. Ma dopo poco tempo, già iniziò a circolare la voce che io fossi un elemento pericoloso che mirava alla distruzione della proprietà e al rovesciamento del governo. Allora cominciai a ricevere messaggi di carattere minaccioso. Mi fu detto che sarei stato linciato se avessi diffuso queste teorie nella zona. Una notte, degli amici, temendo che la mia vita fosse in pericolo, mi fecero salire di nascosto su una nave diretta a nord, a Boston.
In quel periodo, il governo, spronato dagli interessi dell’industria del legname e del rame dell’Ovest, aveva messo in atto un piano deliberato per sradicare l’IWW, che stava crescendo rapidamente in numero, e stava guadagnando il controllo di alcune importanti industrie e minacciando la supremazia dell’American Federation of Labor, che il governo aveva costantemente favorito durante il periodo della guerra.
Fu mentre lavoravo a Boston che ricevetti una soffiata sul fatto che sarei stato incriminato da un Gran Giurì Federale. Pensando che questa soffiata fosse autentica tornai a casa mia a Filadelfia, dove preferii essere messo agli arresti. La settimana successiva lessi sul giornale che erano state formulate accuse contro 166 di noi e che saremmo stati arrestati a vista.
Per vari mesi rimasi a Filadelfia, vivendo da fuggitivo dalla giustizia, ma continuando il mio lavoro senza sforzarmi troppo di nascondere la mia identità. Durante questo periodo lavoravo in una roundhouse [capannone per la manutenzione delle locomotive costruito intorno a una piattaforma girevole] della Pennsylvania Railroad.
Un giorno – era il 9 febbraio 1918 – due sconosciuti si presentarono alla mia porta. Erano agenti speciali del governo. Mi misero agli arresti e fui trattenuto con una cauzione di 10.000 dollari. Dopo essere stato imprigionato per due settimane la cauzione fu ridotta a 1.500 dollari dal procuratore distrettuale federale. Questa cifra fu pagata dalla sezione locale dell’IWW locale e fui rilasciato.
Fui convocato a comparire in tribunale a Chicago il 1 aprile, arrivai con due ore di ritardo a causa di un incidente ferroviario. Facendomi strada tra gli agenti federali e la polizia che brulicavano nei corridoi, fui bloccato alla porta dell’aula dall’ufficiale giudiziario capo, che chiese:
“‘Cosa ci fai tu qui?”
“‘Il mio posto è qui’”.
“Oh, un ragazzo saggio del Sud che vuole vedere lo spettacolo?”
“No, sono uno degli attori”.
“Levati di torno. Non puoi entrare qui”.
“Insistendo che il mio posto era lì, tirai fuori la mia carta e gli dissi di entrare e controllare se il nome di Ben Fletcher fosse nell’atto d’accusa. Lasciò la porta agli assistenti, entrò e tornando annunciò: “È Ben Fletcher, va bene. Fatelo entrare”.
“E poi sono entrato nell’aula del tribunale e nel penitenziario federale”.
( Dall’articolo “Alcune persone vengono portate in prigione, Ben Fletcher ci è entrato”, Amsterdam News, 30 dicembre 1931)
Traduzione risistemata e non completa di vari articoli, qui e qui. Il saggio “Ben Fletcher. The life and times of a Black Wobbly” di Peter Cole è pubblicato da PM Press.